Grande Jorge Lorenzo e non solo per quello che è stato capace di fare in sella alla sua Yamaha nella Cattedrale del motociclismo, in quella pista sulla quale è stato in grado di trionfare per quattro volte e sulla quale, anche oggi avrebbe potuto puntare al gradino più alto del podio.
Non ha nulla di umano correre per 26 giri su una moto con centinaia di cavalli, pronta a stenderti quando meno te lo aspetti, con una pezzo di titanio e nove viti che ti tengono insieme una clavicola ridotta male.
E non ha nulla di umano cadere, farsi male, prendere un aereo, farsi operare a centinaia di chilometri, tornare, correre ed arrivare quinto dopo aver anche lottato per qualche cosa di più.
Lui non si è tirato indietro anzi, siamo sicuri che si sarà anche un po' infastidito quando Cal Crutchlow nel tentativo di passarlo, ha quasi evitato, forse nel timore di farlo cadere di nuovo, di affondare con forza e prepotenza come devi fare sempre per passare uno come Lorenzo.
Di un uomo invece, sono le parole dette da Jorge a fine gara, quando le lacrime di dolore che si intravedevano dalla visiera del suo casco appena rientrato al box, si erano già asciugate, ha usato per rispondere a chi lo paragonava ad un eroe: "Gli eroi sono quelli che non riescono ad arrivare alla fine del mese, non io, io ho fatto solo una gara. Io ho fatto soltanto quello per cui mi pagano"
Grande Jorge!