"Si dice che si esca piu' forti da un periodo difficile. Vedremo, ma io non credo di aver imparato niente da questi due anni (alla Ducati, ndr). Sono deluso per i risultati e per non aver fatto progredire la moto. Comunque, non penso di aver perso qualcosa come pilota: sono sempre in forma e motivato''.
Così Valentino Rossi in un'intervista al sito del quotidiano francese "L'Equipe" ripresa dall'Agenzia Ansa. ''Spero che il contratto con la Yamaha sia l'ultimo - aggiunge - significherebbe che tutto e' andato bene''.
Si tratta di un'analisi spietata per un periodo della carriera non certo esaltante per Valentino a pochi giorni dalla fine della stagione e del suo impegno con la Casa italiana. Rossi, però all'inizio degli ammiccamenti con Filippo Preziosi - all'epoca ancora Direttore Generale di Ducati Corse - era di tutt'altro avviso. La moto italiana nel 2007 e anche nel 2008 gli aveva dato filo da torcere con Stoner.
Purtroppo per Rossi e per Ducati non si è mai tenuto in considerazione l'enorme talento dell'australiano. Casey il fragile (come è stato recentemente apostrofato su un quotidiano italiano) non era poi così instabile, quando dal 2008 al 2010 batteva i pugni sul serbatoio invocando più stabilità all'anteriore. Il bello è che si lamentava sempre (cosa che ha continuato a fare anche con Honda), dopo aver fatto una pole o dopo essere stato in lotta per la vittoria.
Rossi si è trovato in sella, nei primi momenti, a una moto tagliata su misura per il talentuoso Stoner, il quale era il solo a saper interpretare in modo corretto la D16 a motore portante. Per Stoner la Ducati non si è mai però messa in discussione come ha fatto per Rossi e questo Valentino dovrebbe riconoscerlo. Ma il nove volte campione del mondo era abituato ai tempi di reazione di una grande casa nipponica e non ai processi di una azienda molto piccola in confronto ai passati amori del pilota.
Dunque, ci vorrebbe un po' di prudenza e meno fretta. La Ducati ha tutte le colpe del flop fatto insieme a Rossi, ma le moto senza pilota non escono dal box, quindi un po' di responsabilità c'è anche per Vale.
L'uscita fatta a L'Equipe, poi è un po' troppo ravvicinata alla rimozione di Preziosi dal Reparto Corse della Ducati e assomiglia un po' a un colpo di grazia.