La conferenza stampa di fine GP serve anche per conoscere le opinioni dei piloti su temi non propriamente inerenti la gara.
In quella di oggi, Valentino Rossi ha espresso alcune considerazioni su quello che è il sistema Italia rispetto a quello spagnolo, riferito alla crescita dei giovani piloti; secondo il nove volte Campione del Mondo, il nostro è disgregato e non in grado di dare a breve risposte in un settore che per anni ci ha visto protagonisti.
Non a caso, lui stesso ha creato una propria squadra nel mondiale e siglato un accordo in Spagna con i team Calvo e Aspar, ai quali affidare i propri "protetti".
Il concetto chiaramente esposto da Rossi è il seguente: rispetto al CEV, il Campionato Spagnolo, il nostro CIV ha un livello competitivo nettamente più basso tant'è che, se vuoi fare il pilota da grande, li devi correre e non è una questione di budget.
Molte strutture italiane sono ormai sulla stessa lunghezza d'onda e si sono trasferite in pianta stabile in terra iberica come il Team Ciatti, il GRT Racing Team ed altri e molti altri lo stanno pensando come Paolo Simoncelli, che in Spagna vuole creare una sua struttura.
"Per il futuro ci stiamo lavorando - ha dichiarato Rossi -. Qualcosa si è mosso perché abbiamo tanti piloti forti e giovani che ancora non hanno dimostrato il loro valore ma, secondo me, nei prossimi anni ci avvicineremo molto agli spagnoli, spero. Per ora siamo ad un livello più basso e dobbiamo andare li a correre se vogliamo migliorare. Nel Campionato Italiano il livello è più basso, cronometro alla mano, mentre i piloti del Campionato Spagnolo che l'anno prossimo sarà Mondiale Junior, possono essere subito competitivi quando corrono nel mondiale. Poi c'è la questione dei budget che in Spagna sono più alti per le moto, ma questo non fa tanto la differenza alla fine in pista. Ripeto, qualcosa si sta muovendo