Ormai è fatta. Dovizioso si è preso la Ducati e Rossi e tornato sulla sua Yamaha. Niente da recriminare, nulla da obiettare. Così è e così giocheranno, almeno fino al 2014, poi si vedrà.
Dopo i primi giorni di test, che segnano di fatto l'inizio della stagione 2013, vengono alla luce alcuni spunti interessanti. Dal debutto di Dovi, Iannone e Pirro sulla moto italiana alla fuitina di Rossi ad Aragon per non girare.
Partiamo da Rossi. Espletati gli obblighi con la Dorna e con le televisioni di mezzo mondo che volevano vedere mettere il sedere di Vale sulla Yamaha, Rossi e Lorenzo, sono letteralmente fuggiti notte tempo per andare a provare ad Aragon.
Cosa si aspettavano di trovare nell'altipiano della regione di Almeria lo sanno solo loro. Il meteo era chiaro (quello di tutte le piattaforme conosciute da AccuWheather a Meteo.it) anche sul Motorland sarebbe caduta acqua e non poca. Detto fatto, camion caricati e moto arrivate a 300 km di distanza da Valencia.
Giri fatti 6 (da Lorenzo con caduta) con Rossi nei box a guardare fuori. Che senso ha? Diciamo nessuno e siamo buoni, ma a fare un po' di dietrologia, potremmo pensare che Valentino non volesse svelare i suoi tempi agli altri della MotoGP, perchè anche lui, dopo due anni di Ducati non sapeva come sarebbe andato.
Nei giorni precedenti all'ultima gara della stagione, Valentino disse: "Potrei andare male, ma potrei anche essere più veloce dopo due anni in Ducati". Questa è la chiave di lettura della fuga, capire da soli e non in mezzo agli altri il proprio potenziale sulla Yamaha. Se ci sia riuscito o no (la seconda), questo lo sa solo Rossi.
Passiamo alla Ducati. Dovizioso ha iniziato con il piede giusto in pista. Testa bassa, pochi fronzoli. C'è da capire quale sia il comportamento di una moto che è riuscita a far fare brutta figura a uno che sembrava vincesse anche con l'Ape Calessino.
Quello che ha capito il pilota romagnolo provando in condizioni non ideali è che la moto va, anche se spinge un po' sull'anteriore. Scoperta che noi giornalisti abbiamo fatto da un po'. Sono due anni che Rossi ce lo dice, ma Dovi è sembrato già veloce con la D16 il che è un buon segno.
Ottimo, se guardiamo quello che ha fatto Pirro. Il pilota pugliese, che ha messo il fratino del collaudatore, è stato subito veloce, più di Iannone. L'esperienza di Michele con le 4 tempi lo aiuta, in più c'è la gran voglia di emergere che gli farà guadagnare più di una gara come wild card nel 2013.
Altro capitolo è Iannone. L'ex Moto2 ha talento ma deve studiare. Non basta la dote per far andar forte una Ducati che è una moto da corsa vera, artigianale e scorbutica. Marquez in conferenza stampa ha già parlato di freni in curva, controlli di trazione e altre sofisticatezze, come se fosse un mese avanti ad Andrea. Se Marc è l'obiettivo di Iannone, l'italiano deve farsi adottare da un ingegnere della Ducati e non mollarlo fino a quando non ci siano più segreti tra lui e la D16.