Cosa cambierà nella Superbike? Una domanda che sembra un mantra nel paddock di Magny Cours, una cantilena che si può ascoltare dietro ai camion, nelle hospitality e anche nei box.
L'arrivo della Dorna equivale alla vicenda dell'ufo di Roswell. L'organizzatore catalano ha avuto tanta fretta nel comunicare il passaggio della Infront Motorsport, anche troppa. Qual'è stata l'opportunità di dirlo all'alba dell'ultimo Round del mondiale della Superbike, perchè comunicare questo terremoto?
Bridgepoint, che dallo scorso anno controlla sia la Infront e la Dorna, doveva attendere il via libera dell'anti trust europea per l'acquisizione finale. Tale autorizzazione, che sembra sia arrivata, ma che nessuno riesce a trovare, serve per evitare posizioni dominanti e nello specifico ci sarebbe la posizione di estrema forza di Dorna nel motociclismo sportivo. Ma c'è anche la crescente forza di Carmelo Ezpeleta, che della stessa Bridgepoint sembra controlli il 20% del capitale.
Quello che è certo, analizzando la situazione a "volo d'angelo", è il risultato a breve termine. La confusione. Chi lavora nelle derivate di serie non ha bene l'idea di quello che potrà accadere. Nel breve termine ci si aspetta un cambio radicale nei reparti chiave della SBK: ovvero nel marketing, nella comunicazione e nella produzione televisiva. La Dorna ha questi asset come fiore all'occhiello, con una gestione a volte discutibile, ma dal risultato ineccepibile.
Il comparto della produzione TV dell'organizzatore catalano è uno dei più avanzati del mondo. Dorna collabora da anni con molti produttori di apparati broadcast che gli hanno permesso di sperimentare nuove tecnologie; tra queste le telecamere on board giroscopiche e le riprese bordo pista in 3D. Dall'altra parte la Superbike non ha tanto spiegamento di mezzi e di uomini, basti pensare alle circa 10 on board sulle derivate di serie contro alle circa 70 montate dalla Moto3 alla MotoGP. Quello che la Dorna gestisce con il pugno di ferro i diritti TV, con i quali tiene per buona parte in piedi le sue attività, mentre la gestione delle immagini da parte della Superbike è più "permissiva", il che in questi anni ha massimizzato l'esposizione con un impegno minimo, ma senza valore aggiunto.
Il marketing e la gestione degli sponsor erano una branca in espansione nella Superbike che ha gestito molto bene l'ingresso del title sponsor Eni per il campionato, oltre ad aver mantenuto la formula del paddock show, che ha creato il legame forte tra gli appassionati e i protagonisti della serie, decisamente più "umani" dei colleghi in MotoGP.
Tornando a Magny Cours, la tensione è nell'aria, palpabile. In molti temono per il loro posto di lavoro, non c'è infatti nessuna garanzia che lo status quo continui un'altra stagione o solo un altro mese. Domani arriverà Flammini, l'unico che fino ad oggi non ha parlato. In nessuna comunicazione ufficiale appare una sola parola del creatore della Superbike. Sabato ci sarà un incontro con alcuni fidati collaboratori, forse l'ultimo per chi, contro Carmelo ha perso la guerra.